MODERN GLADIATORS – CALCIO STORICO from David Battistella on Vimeo.
Firenze, 24 giugno. Come da tradizione, questo è il giorno in cui i fiorentini festeggiano il loro patrono, San Giovanni Battista, e si disputa la finale del calcio storico fiorentino, un gioco fuori dal tempo, dal quale probabilmente hanno avuto origine il calcio e il rugby.
Tutto ha avuto inizio con l’harpastum, la competizione con cui i legionari romani si preparavano ad affrontare il nemico. Era una vera e propria simulazione di guerra: due squadre si sfidavano in una lotta senza regole per portare un ammasso di stracci, ovvero l’antenato della palla, al di là della linea di difesa degli avversari.
La palla poteva essere spinta a calci o con qualsiasi altra parte del corpo. Non esistevano neanche colpi proibiti. Le sostituzioni non erano state ancora inventate e gli infortunati lasciavano i propri compagni in inferiorità numerica, favorendo gli avversari, che in questo modo potevano segnare più facilmente.
A Firenze l’harpastum (che in latino significa letteralmente “strappato a forza“) ha mantenuto la maggior parte delle sue caratteristiche. Ogni anno i quartieri nei quali in origine era divisa la città si sfidano in un torneo fra i più spettacolari della storia.
Il campo di gioco è da sempre Piazza Santa Croce. Ai primi di giugno viene montata un’arena con spalti che possono contenere fino a 5.000 persone e la piazza viene coperta di sabbia. Stando ai racconti dei calcianti, entrare in quella piazza suscita probabilmente le stesse emozioni che provavano i gladiatori prima di entrare nell’arena.
Quando gli arbitri chiudono le porte, 27 uomini sfidano altri 27 uomini per 60 lunghissimi minuti, in uno spazio poco più grande della metà di un campo di calcio, in cui tutto è possibile.
La domanda nasce spontanea: “È mai morto qualcuno?” La risposta, incredibilmente, è “no”, ma nel corso degli anni le autorità hanno cercato di mitigare l’agonismo con alcune regole. Da qualche edizione sono vietati i calci in faccia, i pugni da dietro e non è più possibile accanirsi sui giocatori a terra.
Nessuno dei calcianti riceve denaro. La squadra vincitrice, oltre al palio, riceve in premio una vacca di razza chianina. Insomma, chi gioca lo fa solo ed esclusivamente per sentirsi parte di una tradizione antichissima. In un mondo in cui i valori dello sport sono sempre più inquinati dal denaro, nel bene o nel male, qualcosa rimane ancorato ai propri principi da secoli.
Vocabolario:
- il patrono: nella liturgia cattolica, il santo (o la santa) che una regione, diocesi, città, comunità religiosa o altro gruppo di fedeli – per antica tradizione o per propria scelta – onora con speciale culto quale particolare intercessore e protettore presso Dio;
- disputare: prendere parte a una gara;
- la finale: la fase conclusiva della disputa di un concorso o di un campionato, che dovrà designare il vincitore;
- avere origine da: nascere da qc.
- avere inizio: iniziare;
- la competizione: gara, lotta, contrasto fra persone o gruppi che cercano di superarsi, di conquistare un primato;
- affrontare: assalire, andare decisamente incontro a qualcuno, di solito con intenzione ostile;
- il nemico: persona (o gruppo di persone) che nutre verso altri sentimenti di avversione, di ostilità e si comporta di conseguenza, cercandone il danno e desiderandone, e spesso anche cercando di procurarne, il male;
- la squadra: nello sport, formazione organica che prende parte, come insieme unitario, a competizioni collettive;
- sfidarsi: invitare l’avversario a misurarsi in una gara o in una competizione sportiva ufficiale;
- l’ammasso di stracci: mucchio di pezzi di stoffa vecchi e logori, raccolti insieme in massa;
- l’antenato: ascendente non prossimo, progenitore;
- il calcio: colpo violento dato col piede (di solito con la punta);
- superare: andare o passare oltre, cioè più in alto o più avanti;
- il colpo: urto o percossa;
- la sostituzione: l’azione, l’atto di sostituire, il fatto di sostituirsi o di essere sostituito;
- inventare: trovare, con l’immaginazione o l’ingegno, e per lo più attraverso studi, esperimenti, calcoli, ecc., qualche cosa che prima non esisteva;
- l’infortunato: il ferito;
- l’inferiorità numerica: qualità e stato di chi o di ciò che è inferiore, per quantità;
- favorire: dimostrare il proprio favore a una persona, accordandole aiuto e protezione e agendo in modo da spianarle la via per una buona riuscita;
- segnare: nello sport, realizzare un punto a proprio favore;
- strappare a forza: togliere con la forza, violentemente;
- la caratteristica: qualità propria, sostanziale o formale, per cui si riconosce una cosa, e che ne costituisce la nota distintiva;
- il quartiere: ciascuna delle quattro parti in cui erano divise nel medioevo alcune città, e in cui sono ancora divisi i centri storici di alcune di esse;
- un torneo fra i più spettacolari: una delle gare, delle competizioni, più grandiose e suggestive;
- gli spalti: le gradinate di uno stadio;
- stando ai racconti: riferire ciò che è stato raccontato da qualcuno;
- suscitare: provocare, eccitare, far sì che qualche cosa si verifichi;
- l’arbitro: ufficiale di gara che ha il compito di seguire le fasi di una competizione assicurandone la regolarità, punendo gli eventuali falli e convalidando il risultato;
- lo spazio: il luogo indefinito e illimitato in cui si pensano contenute tutte le cose materiali;
- il campo da calcio: luogo dove si gioca il calcio;
- l’autorità: persone che esercitano un potere legittimo o gli organi che svolgono determinate funzioni pubbliche;
- mitigare: rendere più mite, cioè meno aspro, meno gravoso o, di sentimenti, meno intenso;
- l’agonismo: particolare impegno di un atleta o di una squadra durante lo svolgimento di una gara; spirito combattivo, di emulazione;
- l’edizione: il ripetersi, per lo più periodico, di manifestazioni letterarie o sportive, spettacoli e sim.;
- vietato: non permesso;
- il pugno: colpo dato con violenza a qualcuno con la mano chiusa e con le dita piegate e fortemente strette sulla palma;
- accanirsi: imbestialirsi furiosamente, com’è proprio del cane;
- il denaro: i soldi;
- inquinato: contaminato, corrotto moralmente o ideologicamente;
- ancorato: non volersi più staccare da una certezza, da un’idea, ecc.